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Goumi del Giappone – Eleagnus Umbellato

Originario dell’Est Asiatico e diffuso in tutte le regioni temperate, il Goumi del Giappone o Eleagnus Umbellata appartiene allo stesso genere dei comuni Eleagnus presenti in quasi tutti i giardini sia la varietà verde, Eleagnus Ebbingei, sia quella con le foglie macchiate di giallo, Eleagnus Ebbingei Maculata, per  formare siepi o come esemplari isolati. Vigoroso e disordinato arbusto a foglia caduca, insensibile ai fortissimi freddi, molto resistente alla siccità e ai venti, tanto da essere usato per piccoli frangivento, adattabile ai climi marittimi come quelli montani, il Goumi del Giappone è una pianta molto rustica, adattabile a tutto e con nessuna esigenza. Ha solo bisogno della luce e del sole, difatti in ombra cresce in maniera molto scarsa, con vegetazione rada che tende a “filare” e fa pochissimi, se non nulla, fiori. Le foglie sono lanceolate di colore verde chiaro e sono caratteristicamente ricoperte di numerosissimi piccoli puntini bianchi che, specialmente in primavera, conferiscono al cespuglio una piacevole sfumatura grigio-verde. In corrispondenza delle ascelle fogliari è facile trovare le cosiddette spine caulinari che si differenziano da quelle delle comuni rose in quanto queste sono piccoli rametti ascellari, lunghi uno-tre centimetri, la cui vegetazione non è stata in grado di svilupparsi e si sono cosi trasformati in piccoli legnetti appuntiti molto resistenti.

TERRENO

Il miglior sviluppo la pianta del Goumi del Giappone lo dà con terreni tendenzialmente acidi e fertili, ma riesce a vegetare anche in quelli completamente opposti. Si vedono bellissimi esemplari nei giardini in riva al mare o in terreni poveri e sassosi, come in zone umide e piovose ovvero in quelle molto aride. Questo dipende da particolari bolle presenti nelle radici,  che sono l’accumulo dell’azoto presente nell’atmosfera, che la pianta, attraverso le foglie, riesce ad immagazzinare ed utilizzarlo quando le condizioni ambientali non sono favorevoli (fenomeno noto come azotofissazione). Di questa particolarità ne usufruiscono anche le piante vicine e il terreno tende a diventare più fertile. Un esempio il trifoglio, anch’esso con questa caratteristica, usato nelle campagne come sovescio, che è la pratica agricola con la quale si interrano quelle determinate colture, generalmente le leguminose, che sono in grado di assorbire l’azoto atmosferico, al fine di aumentarne la fertilità. feriche pessime, i frutti potrebbero essere colpiti dal fungo Botrytis Cinerea (muffa grigia).

FIORI E FRUTTI

I fiori, che appaiono in primavera dopo le foglie, sono singoli, ma raggruppati in 8/10 ognuno con il proprio picciolo piuttosto lungo, di colore bianco che vira al giallo quando appassiscono, dalla forma di un tromboncino lungo poco meno di due centimetri alla cui sommità, una volta sbocciati, si aprono quattro “finti petali” triangolari disposti a croce su un unico piano con al centro, disposti in maniera geometricamente perfetta, quattro stami ben visibili. I fiori ermafroditi e autofertili, sono profumatissimi e diffondono attorno alla pianta una piacevolissima fragranza percepibile per tutta la giornata, sono anche ricchi di nettare e sono facilmente visitati dalle api che con il loro lavoro garantiscono una perfetta impollinazione. Alla fine dell’estate compaiono i frutti che sono molto numerosi al punto da ricoprire tutto il ramo conferendogli un aspetto molto particolare; hanno forma globosa e come le foglie sono ricoperte di piccolissimi puntini bianchi. Al loro interno si trova un grosso seme facilmente separabile, comunque edule anch’esso.

UTILIZZO E CONTENUTI SALUTISTICI

I frutti una volta raccolti sono facilmente conservabili per un paio di settimane e vengono di solito consumati freschi, ma sono ottimi anche per marmellate anche se la preparazione è piuttosto difficoltosa per la presenza dei semi. Ricchi di vitamina C, hanno una rilevante quantità di zuccheri con 5% di proteine e moltissimi sali minerali. Caratteristica unica per un frutto è la presenza, nella sua polpa, degli acidi grassi essenziali, che sono quelli che il nostro organismo non è in grado di sintetizzare da altre sostanze, ma essendo ritenuti indispensabili, devono essere introdotti tramite alimenti che li contengono (serie Omega3 e Omega6).

POTATURA E CURE COLTURALI

Arbusto dalla crescita vigorosa e disordinata richiede una potatura invernale di contenimento e di diradamento, ma che non è indispensabile in spazi aperti. Se s’interviene, si devono togliere i rami più vecchi a favore dei nuovi e tra questi ultimi scegliere i più robusti, ma che siano anche i più corti. Accorciare il ramo tagliandone la punta, porterebbe a una pesante globalizzazione dell’arbusto con la possibile formazione di nuove lunghe vegetazioni che potrebbero non portare gemme da fiore. Concimazioni e innaffiature sono quelle solite fino all’affrancamento della pianta, quindi solo in casi di estrema siccità. Tra i parassiti è facile trovare l’oziorinco e sporadici attacchi di afidi.

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