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Mirtillo Conilopide

Il Mirtillo Conilopide è un arbusto alto da 1.5 a 6m, che si differenzia dal mirtillo americano per la poca necessità di freddo. Per questa peculiarità il conilopide si adatta ai climi caldi e trova oggi in molte zone del Meridione d’Italia le condizioni pedoclimatiche favorevoli alla sua coltivazione mentre in Nord Italia va impiantato solo in ambienti a clima mite.

Il conilopide è utilizzato anche come pianta ornamentale. Si possono infatti formare siepi dell’altezza di 1.8-3 m particolarmente apprezzate per colore e bellezza in ogni stagione dell’anno.

TERRENO

A differenza dei mirtilli americani, non necessitano un terreno acido, è solamente importante che sia ben drenato, fresco e ricco di humus, per cui è indispensabile essere bene a conoscenza delle caratteristiche del fondo ove si vuole piantumarli.

Sono amanti del sole che consente ai frutti di ottenere un elevato contenuto di zuccheri, ma in un ambiente non eccessivamente esposto, e richiedono una buona esposizione alla luce per consentire una migliore fioritura e, di conseguenza, un maggior raccolto.

FIORI E FRUTTI

In primavera le piante sono ricoperte di fiori bianco-rosa, in estate i frutti, dalla forma tonda e sodi al tatto, formano una deliziosa macchia di colore blu, uguale al mirtillo americano. In autunno le foglie e i rami assumono tinte rossastre che poi mantengono anche nel periodo invernale.

Il mirtillo conilopide non perderà le foglie come il mirtillo americano, ma tenderà ad averne per tutto il periodo invernale, regalandoci sfumature di rosso.

È necessario mettere a dimora cultivar in grado di fecondarsi reciprocamente e collocare alcuni alveari nel mirtilleto per garantire una sufficiente impollinazione incrociata. Generalmente è consigliato mettere a dimora una fila dell’impollinatore alternata a due della cultivar principale.

UTILIZZO E CONTENUTI SALUTISTICI

Facilmente conservabili in congelatore, sono consumate fresche, in macedonie, pasticceria, marmellate; importante è l’uso nell’industria farmaceutica e parafarmaceutica.
Tra i frutti di bosco, il mirtillo conilopide, insieme al mirtillo americano, è sicuramente quello più importante dal punto di vista salutistico: oltre allo squisito sapore, moltissime sono le proprietà che lo fanno annoverare tra i principali farmalimenti
. Vitamina C, carotenoidi, tannini catechitini (molecole con proprietà astringente, emostatica, antibiotica, antidiarroica e antinfiammatoria), pectine sono alcune sostanze contenute nei frutti dei mirtilli.
Ma è la presenza degli antociani, potenti antiossidanti e noti per le proprietà capillarotrope fanno sì che questo piccolo frutto sia un toccasana per il fisico e il sistema cardiovascolare, in particolare.
Per proprietà capillarotrope s’intende la caratteristica dei principi attivi, contenuti in una sostanza o un alimento, capaci di migliorare la resistenza e la funzionalità dei vasi capillari.
In qualsiasi farmacia troveremo prodotti derivati dal frutto del mirtillo per la cura, la prevenzione e il rafforzamento delle pareti dei vasi sanguinei.

POTATURA E CURE COLTURALI

Molto importante che le caratteristiche del terreno soddisfino le esigenze della pianta. Dopo questa premessa viene semplice anche la descrizione delle cure necessarie perché si avrà una pianta forte e vigorosa senza grandi interventi. I primi anni dall’impianto la pianta lavorerà molto di radici, mentre l’apparato aereo darà l’impressione quasi sofferente.
In questo periodo, 
1/2 anni circa, la produzione sarà modesta come pure le potature che si concretizzano con il taglio dei rami laterali bassi e nell’asportazione totale dei rami più deboli.
Passato questo periodo, si procederà 
al diradamento delle vegetazioni più deboli partite dalla base e dal taglio di rami rovinati o rotti e sui restanti si procederà con tagli di ritorno sino ai rametti laterali più vigorosi.
Si taglieranno, inoltre, quelle branche che, seppur sane e belle, abbiano 
una crescita disordinata e scomposta.
Avendo l’apparato radicale molto superficiale, sono 
molto importanti le irrigazioni, specialmente nel periodo dalla fioritura alla raccolta dei frutti.
Attenzione non far ristagnare l’acqua, che porterebbe 
alla formazione di funghi che farebbero marcire le radici.
Per trattenere l’umidità, e nello stesso tempo tenere pulito e acido il terreno, è consigliabile una 
pacciamatura con torba acida oppure aghi di pino o foglie di faggio.
Con gli accorgimenti sopra descritti le concimazioni non dovrebbero servire, ma se si riscontrassero delle carenze un apporto a inizio stagione di 
concime ternario a basso tenore di azoto e contenente i principali microelementi, sarà sicuramente efficace.
Da non usare mai lo stallatico, anche se molto maturo: la pianta verrebbe a soffrire di clorosi ferrica e di conseguenza, potrebbe anche morire.
Pochi sono i parassiti: il più pericoloso è l’oziorinco (Otiorhyncus ssp) piccolo coleottero che da adulto rosicchia le foglie e depone le uova per terra; la larva che ne deriva mangia le radici e, ben più grave, rode il colletto della pianta causandone la morte.
Con particolari condizioni atmosferiche, 
sono possibili attacchi di muffa grigia (Botrytis) sui frutti prossimi alla maturazione, ma non potendoli trattare con fitofarmaci l’unica soluzione è l’asportazione manuale dei frutti colpiti.
Si ricorda che i collaboratori dei 
vivai PRANDINI sono a disposizione per consigli su densità d’impianto, forma di allevamento, scelta colturale e assistenza anche fitosanitaria per nuovi impianti produttivi anche di modeste dimensioni.

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