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Pianta dello zucchero – Stevia Rebaudiana

Della Stevia Rebaudiana, piccolo arbusto sempreverde semi erbaceo, sulla cui diffusione aleggia un forte sospetto di boicottaggio politico-economico, come dello Smallanthus sonchifolius – yacon siamo certi che nei prossimi anni sentiremo parlare moltissimo, anche da chi non è interessato a piante, fiori e simili. Appartiene a una vasta famiglia, quella delle Asteraceae, dall’aspetto economico molto rilevante: come i girasoli (Helianthus annuus), i carciofi (Cynara scolymus), la camomilla (Matricaria chamomilla), oltre a moltissime specie ornamentali quali il crisantemo (Chrysanthemum), la margherita (Chrysanthemum leucanthemum) e tantissime altre ancora. Originaria della regione a occidente e a settentrione del Mato Grosso do Sul, al confine tra il Paraguay ed il Brasile, questo arbusto si presenta come un piccolo cespuglio alto non più di mezzo metro, che da adulto appare notevolmente ramificato dalla base con sottili rametti assurgenti che partono con consistenza semi legnosa e si trasformano poco dopo in consistenza erbacea. A prima vista richiama molto la menta romana: ha, difatti, le voglie alterne color verde chiaro argenteo con il bordo leggermente seghettato e, se isolata, forma un cespuglietto molto ordinato e regolare. E’ una pianta che non gradisce molto il freddo, se le temperature scendono sotto lo zero, può perdere la parte aerea, che rispunterà però al risveglio primaverile successivo; in climi molto rigidi si deve proteggerla con eventuale pacciamatura. Preferisce l’esposizione al sole, ma in un contesto fresco: va benissimo in una aiuola in pieno sole in mezzo ad un prato, ma non è opportuno piantumarla in una aiuola in mezzo a lastricati o asfalto in quanto la parte erbacea ne risentirebbe moltissimo.

TERRENO

La Stevia Rebaudiana Bertoni non è una pianta esigente, è importante che il terreno sia lavorato, soffice e drenante, la collocazione ideale è quella inserita in una aiuola. Cresce benissimo anche in vaso la cui coltivazione è indicata nelle regioni con clima molto rigido, in quanto con l’approssimarsi del freddo è possibile riporla in posti riparati. Gradisce un terreno con PH neutro, ma anche in quelli tendenzialmente acidi o basici (calcari) riesce a svilupparsi senza problemi.

FIORI E FRUTTI

Non sono certo i fiori e tantomeno i frutti che fanno, e faranno, questa pianta famosa! I fiori compaiono a tarda estate in piccoli mazzetti sugli apici e dalle prime 4/6 ascelle fogliari di ogni singolo rametto e sbocciano in forma scalare. Sono di colore bianco, molto piccoli con cinque petali ben distinti con l’apice appuntito che circondano le antere, anch’esse bianche e ben visibili. Terminata la fioritura, all’inizio dell’autunno, compariranno dei piccoli semi di colore nero o marrone scuro dal contenuto di colore bianco. I frutti non hanno alcun valore organolettico.

UTILIZZO E CONTENUTI SALUTISTICI

Siamo arrivati ai sospetti politico-economici. Dalla Stevia Rebaudiana si ottiene un prodotto edulcorante, cioè dolcificante, anche 300 volte superiore al comune saccarosio, quello che chiamiamo, impropriamente, zucchero. Fatta questa importante premessa, descriviamo brevemente l’utilizzo della Stevia Rebaudiana e i suoi contenuti salutistici. Usata dalle popolazioni delle zone di origine e in tutto in Sud America da millenni come dolcificante, la Stevia Rebaudiana arriva in Europa agli inizi del 900, ma solo nel corso della seconda guerra mondiale, in Inghilterra, cominciarono gli studi sulle sue proprietà per sopperire alla mancanza dello zucchero. Terminato il conflitto bellico non se ne fece più nulla. Intorno agli anni 50/60 in Giappone si vietò l’uso di alcuni dolcificanti di sintesi e nel frattempo si approvarono quelli derivati dalle piante di Stevia Rebaudiana. Da allora in Giappone, come in tutte le Regioni orientali dell’Asia, Cina compresa, i derivati della Stevia Rebaudiana sono usati quotidianamente ed hanno raggiunto un utilizzo pari a quello del comune zucchero: cioè il 50% del dolcificante usato in Giappone e nell’Asia orientale è derivato dalla pianta di Stevia Rebaudiana. In Europa e nell’America settentrionale, tuttavia, i prodotti derivati dalla Stevia Rebaudiana erano, e lo sono stati fino al 2011, ritenuti colpevoli di cancerogenicità. Dopo forti insistenze, o forse dopo che le multinazionali dello zucchero e quelle dei preparati alternativi avevano posto rimedio, la Commissione Europea, presieduta dal presidente J. M. Barroso, in seduta del 11 novembre 2011 con delibera n° 1131/2011 approvò l’uso dei derivati della Stevia Rebaudiana regolamentandone gli usi e quantitativi e classificando i prodotti stessi nella voce dolcificanti E960 compresa tra E959 (Neosperidina DC), E961 (Neotame) e E962 (sale di Aspartame) dove E, nel caso particolare, significa: Additivi alimentari autorizzati e condizioni del loro uso nella categorie alimentari- dolcificanti). Questi prodotti derivati dalla Stevia Rebaudiana sono i glicosidi steviolici. Senza entrare nel merito specifico dei glicosidi steviolici, poiché non siamo certo all’altezza, possiamo dire che questi sono un gruppo svariato di sostanze naturali di cui le principali sono lo Stevioside, Rebaudioside (A,B,D,E), e Dulcusite A e B). Questi nomi, astrusi per il sito in questione, sono presi tali e quali, ma avranno a seguire la loro importanza. Oltre al potere dolcificante, i glicosidi steviolici hanno un’altra importantissima caratteristica: non hanno calorie, inoltre gli stessi non vengono metabolizzati dall’organismo per cui non interferiscono sui valori glicemici. Questo a tutto vantaggio dei diabetici che sono costretti ad addolcire i cibi con prodotti di sintesi non certo molto saporiti. Usare i glicosidi steviolici al posto dello zucchero o fruttosio è stato appurato che aiuta a contenere il formarsi della carie nei denti in quanto gli stessi non sono cariogeni e contribuiscono nel contempo ad una maggiore igiene orale. Ideale per le diete ipocaloriche e per coloro che sono intolleranti al glucosio, inoltre hanno effetti anti infiammatori, antibiotici e antiossidanti. In commercio esistono già dei preparati a base di glicosidi steviolici, però al momento dell’acquisto dobbiamo prestare molta attenzione ai contenuti: lo Stevioside edulcora 250/300 più del saccarosio, la Rebaudioside A più 350/400 del saccarosio: dobbiamo osservare che i componenti siano puri senza aggiunta di cooformulanti e additivi. Molte volte i prodotti commerciali sono pubblicizzati con zero calorie per dose, ma controllando le informazioni nutrizionali scopriamo che la quantità per 100 grammi e quasi quanto quella della comunissima e buonissima Nutella. Molto più semplice ordinare ai VIVAI PRANDINI le piantine e, quando queste sono cresciute, due volte all’anno, tagliare i rami erbacei, legarli a mazzetti ed appenderli in luogo asciutto, non ventilato e, soprattutto, all’ombra. Una volte ben essiccate, si prendono le foglie, che hanno potere più dolcificante, e le si pongono in un contenitore ben chiuso dove manterranno le proprie caratteristiche per 2/3 anni. Per l’uso, si prendono le foglie secche e le si frullano finemente usandole poi come si usa lo zucchero. Il prodotto frullato, usato per dolcificare, non si scioglierà per cui verrà a contatto con le papille gustative microscopici pezzettini di foglia triturata, che non infastidiscono assolutamente, ma che accentuano la sensazione di dolce. Questa marcata sensazione di dolce, oltre che essere piacevole, determina un senso di sazietà per cui coloro che devono seguire delle diete ne trarranno beneficio. Avendo molto più potere edulcorante rispetto al saccarosio, il comune zucchero, usando la Stevia Rebaudiana, occorre calibrare bene le dosi perché eccedendo, oltre che avere un alimento o una bevanda esageratamente dolce, perderemmo tutti i benefici che le dosi giuste ci procurano; questo come per tutti gli alimenti.

POTATURA E CURE COLTURALI

Le potature, come appare ovvio, sono due volte all’anno recidendo a pochi centimetri da terra tutti i rametti per poterli poi seccare e raccogliere le foglie. Le concimazioni, se il terreno è fertile, non saranno necessarie, ma, se eseguite, lo stallatico maturo va benissimo, oppure, in alternativa, un concime ternario a basso tenore di azoto completo di microelementi. In questo caso, l’azoto porterebbe la pianta ad una vegetazione troppo vigorosa con una riduzione di glicosidi steviolici e di conseguenza, potere edulcorante. Essendo una pianta prevalentemente erbacea, si deve prestare molta attenzione alle innaffiature, specie se le piantine sono in pieno sole. Attacchi parassitari degni di nota non ve ne sono, possono essere attaccati dal marciume radicale se il terreno è poco drenante. Altri funghi che possono colpire facilmente la Stevia Rebaudiana se non piantumata in posizione ideale, sono la Septoria steviae e la Sclerotinia sclerotiorum. Una volta che questi funghi hanno attaccato le piantine, è opportuno recidere immediatamente le parti infette non essendo opportuno intervenire chimicamente considerando l’uso finale.

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