Paga il tuo ordine in 3 comode rate con Paypal

Mirtillo Gigante Americano – Vaccinum Corymbosum

Spontaneo nell’emisfero settentrionale tra i 500/800 e gli 1.500/1.800 metri, la piccola pianta del mirtillo che troviamo frequentemente nei nostri boschi appartiene al genere Vaccinium (famiglia Ericacee) nel quale si ritrovano ben oltre 100 specie: dal tappezzante rosso Cranberry  alto non più di trenta centimetri all’Arboreum nordamericano che può raggiungere anche 9/10 metri.
Il comune mirtillo dei nostri boschi(Vaccinium myrtillus) è però di difficile coltivazione a causa del suo habitat naturale e delle sue modeste dimensioni, tuttavia nelle numerose specie del Genere, una ha particolarmente appassionato coltivatori e consumatori non solo italiani: è il Mirtillo Gigante Americano (Vaccinium Corymbosum).
Quest’arbusto a foglia caduca può raggiungere 2/3 metri di altezza e con diametro generalmente della metà, con frequenti germogli di rapido sviluppo che partono dalla base conferendogli un portamento cespuglioso e che fruttificheranno l’anno successivo.
Resiste molto bene ai forti freddi, ma i vigorosi germogli che in primavera partono da terra impiegano tutta la stagione a lignificare, per cui nelle regioni climatiche con freddo intenso molto precoce tendono a gelare e, di conseguenza, difficilmente si otterranno esemplari belli e buoni raccolti.
I mirtilli hanno l’apparato radicale particolare: è costituito da pochissime radici di grandi dimensioni e da un fittissimo reticolo di radici molto fini, questo consente un trapianto abbastanza sicuro anche con piante di grandi dimensioni e non preventivamente preparate.
Sono amanti del sole che consente ai frutti di ottenere un elevato contenuto di zuccheri, ma in un ambiente non eccessivamente esposto, e richiedono una buona esposizione alla luce per consentire una migliore fioritura e, di conseguenza, un maggior raccolto.

TERRENO

A differenza di tutti i frutti di bosco che gradiscono un substrato neutro/sub acido, i mirtilli necessitano un terreno molto acido, con ph ottimale che oscilla tra 4.0 e 4.5 con limite di tollerabilità a 5.5, ben drenato, fresco e ricco di humus, per cui è indispensabile essere bene a conoscenza delle caratteristiche del fondo ove si vuole piantumarli.
Qualora il terreno non avesse un ph idoneo, si può correggerlo al momento dell’impianto con apporto di torba acida o con aghi di pino o foglie di faggio ben decomposte e rinnovando il substrato all’inizio della stagione fredda facendo molta attenzione a non rovinare l’apparato radicale molto superficiale.

Mirtillo Gigante Americano
FIORI E FRUTTI

A primavera inoltrata compaiono numerosi fiori bianchi rosati, riuniti in piccoli grappoli, tondeggianti con i petali uniti tra loro, caratteristica di tutti i fiori delle ericacee.
Sono autoimpollinanti, ma per una migliore produzione è sempre opportuno piantare due o più piante vicine tra loro per favorire l’impollinazione incrociata.
In periodi diversi, a seconda delle varietà, ma sempre durante il periodo estivo, compaiono delle bacche prima verdi, poi di color viola scuro, quasi blu, generalmente ricoperti di pruina (vedi Mirtillo Siberiano) che possono raggiungere in certi cultivar, anche i due centimetri di diametro.
In realtà sono false bacche: questo perché hanno una formazione diversa da quelle delle vere bacche.

UTILIZZO E CONTENUTI SALUTISTICI

Facilmente conservabili in congelatore, sono consumate fresche, in macedonie, pasticceria, marmellate; importante è l’uso nell’industria farmaceutica e parafarmaceutica.
Tra i frutti di bosco, il mirtillo nero è sicuramente quello più importante dal punto di vista salutistico: oltre allo squisito sapore, moltissime sono le proprietà che lo fanno annoverare tra i principali farmalimenti (vedi Cranberry). Vitamina C, carotenoidi, tannini catechitini (molecole con proprietà astringente, emostatica, antibiotica, antidiarroica e antinfiammatoria), pectine (vedi uva spina) sono alcune sostanze contenute nei frutti dei mirtilli.
Ma è la presenza degli antociani (vedi Mirtillo Siberiano), potenti antiossidanti e noti per le proprietà capillarotrope fanno sì che questo piccolo frutto sia un toccasana per il fisico e il sistema cardiovascolare, in particolare.
Per proprietà capillarotrope s’intende la caratteristica dei principi attivi, contenuti in una sostanza o un alimento, capaci di migliorare la resistenza e la funzionalità dei vasi capillari.
In qualsiasi farmacia troveremo prodotti derivati dal frutto del mirtillo per la cura, la prevenzione e il rafforzamento delle pareti dei vasi sanguinei.
Secondo la scala ORAC (vedi Goji), il mirtillo è tra i frutti con il punteggio più alto (3.750) dopo e il melograno (10.500) il Goji (15.000).
Molto importante che le caratteristiche del terreno soddisfino le esigenze della pianta.Dopo questa premessa viene semplice anche la descrizione delle cure necessarie perché si avrà una pianta forte e vigorosa senza grandi interventi. I primi anni dall’impianto la pianta lavorerà molto di radici, mentre l’apparato aereo darà l’impressione quasi sofferente.
In questo periodo, 1/2 anni circa, la produzione sarà modesta come pure le potature che si concretizzano con il taglio dei rami laterali bassi e nell’asportazione totale dei rami più deboli.
Passato questo periodo, si procederà al diradamento delle vegetazioni più deboli partite dalla base e dal taglio di rami rovinati o rotti e sui restanti si procederà con tagli di ritorno sino ai rametti laterali più vigorosi.
Si taglieranno, inoltre, quelle branche che, seppur sane e belle, abbiano una crescita disordinata e scomposta.
Avendo l’apparato radicale molto superficiale, sono molto importanti le irrigazioni, specialmente nel periodo dalla fioritura alla raccolta dei frutti.
Attenzione non far ristagnare l’acqua, che porterebbe alla formazione di funghi che farebbero marcire le radici.
Per trattenere l’umidità, e nello stesso tempo tenere pulito e acido il terreno, è consigliabile una pacciamatura con torba acida oppure aghi di pino o foglie di faggio.
Con gli accorgimenti sopra descritti le concimazioni non dovrebbero servire, ma se si riscontrassero delle carenze un apporto a inizio stagione di concime ternario a basso tenore di azoto e contenente i principali microelementi, sarà sicuramente efficace.
Da non usare mai lo stallatico, anche se molto maturo: la pianta verrebbe a soffrire di clorosi ferrica e di conseguenza, potrebbe anche morire.
Pochi sono i parassiti: il più pericoloso è l’oziorinco (Otiorhyncus ssp) piccolo coleottero che da adulto rosicchia le foglie e depone le uova per terra; la larva che ne deriva mangia le radici e, ben più grave, rode il colletto della pianta causandone la morte.
Con particolari condizioni atmosferiche, sono possibili attacchi di muffa grigia (Botrytis) sui frutti prossimi alla maturazione, ma non potendoli trattare con fitofarmaci l’unica soluzione è l’asportazione manuale dei frutti colpiti.
Si ricorda che i collaboratori dei vivai PRANDINI sono a disposizione per consigli su densità d’impianto, forma di allevamento, scelta colturale e assistenza anche fitosanitaria per nuovi impianti produttivi anche di modeste dimensioni.

  • Carrello della spesa

    0
    image/svg+xml

    No products in the cart.

    Continua gli acquisti