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Evodia – Albero del miele

L’albero, che i VIVAI PRANDINI vi vogliono presentare in questa scheda, esula dalle normali essenze che solitamente propongono, ma per il valore ecologico e naturalistico dell’EVODIA TETRADIUM DANIELLI, comunemente chiamato ALBERO DEL MIELE, sono convinti di attrarre lo stesso l’attenzione degli appassionati del verde. Appartenente alla famiglia delle Rutaceae, è originaria delle regioni più ad est della Cina e della Corea e si presenta con caratteristiche dimensionali simili al nostro comune faggio ma, a differenza, ha una crescita molto veloce, raggiunge in pochi anni 10/12 metri di altezza con il tronco di 25/30 cm, rallentando notevolmente nel prosieguo degli anni fino a raggiungere, nei decenni, anche 20/25 metri. Il tronco ha la corteccia molto liscia, di colore grigio/verde praticamente identico al già citato faggio. Nonostante abbia una crescita molto veloce, anche da giovane il legno è duro e resistente. Se isolata, ha una crescita di forma sferica con diametro di dimensioni simili all’altezza, mentre se in competizione con altre essenze tende a “filare” e, una volta superate, apre la sua chioma. Ha la tendenza di colonizzare il terreno circostante. Le foglie sono caduche, lunghe circa 15 cm, relativamente strette rispetto alla lunghezza, di un bel colore verde lucido con le lamine che tendono a chiudersi verso la parte superiore. La nervatura mediana è chiara, quasi bianca/panna, è molto visibile, mentre le nervature secondarie sono meno evidenti, ma pur sempre importanti tali da rendere la foglie particolari e, nel complesso, danno alla pianta un piacevole aspetto. Con l’avvicinarsi della stagione fredda, prima della caduta, le foglie cambiano colore e assumono il classico colore giallo, però piuttosto anonimo. L’ALBERO DEL MIELE, una volta adulto, resiste molto bene a temperature fredde anche importanti, mentre nei primi anni di vita inverni molto rigidi potrebbero danneggiarla irrimediabilmente. Una curiosità: universalmente viene chiamato ALBERO DEL MIELE, però negli USA con lo stesso nome intendono anche il tiglio (Tilia americana).

TERRENO

L’albero del miele cresce in tutti i terreni, anche in quelli poveri, sia acidi che basici, ovviamente in quelli fertili il suo sviluppo sarà maggiore e più rapido. Soffre solo i ristagni idrici.

FIORI E FRUTTI

È la fioritura che fa dell’albero del miele una pianta unica e molto importante per le nostre latitudini! i fiori sono piuttosto piccoli ed emanano un intenso profumo mellifluo e richiamano la forma di una piccola ninfea, sono raggruppati in vistosi inflorescenze che li fanno apparire come un unico fiore. Nell’inflorescenza troviamo sia i fiori maschili che quelli femminili con la certezza che questi ultimi vengono sicuramente impollinati. Esistono anche esemplari con solo fiori maschili con più contenuto di polline. Di colore bianco /crema, possono essere paragonati, sia per colore che per grandezza, a quelli del nostro comune sambuco (sambucus spp) però con forma più globosa. La caratteristica più importante dei fiori dell’albero del miele è però il periodo e la durata della loro fioritura: sbocciano infatti verso la fine dell’estate, potendo anticipare o ritardare secondo l’esposizione, l’orografia, la latitudine, ecc, e dura anche quasi un mese se le condizioni climatiche lo permettono in un periodo piuttosto avaro di fioriture specie quelle abbondanti e mellifere. Verso ottobre il fiore lascia il posto a minuscoli frutti di colore arancione a forma di piccole zucche che, giunte a maturazione verso novembre si aprono e lasciano cadere 4/6 semi di colore bruno/nero lucido, oleosi, piatti a forma circolare che colonizzano il suolo sottostante.

UTILIZZO E CONTENUTI SALUTISTICI

In questo capitolo indichiamo sempre quali sono gli utilizzi e i contenuti salutistici per l’uomo delle essenze che presentiamo, ma questa volta solo indirettamente l’uomo trae beneficio dalle proprietà dell’albero del miele. Il periodo di fioritura, la sua durata e l’alto contenuto di polline dei suoi fiori, lo rendono una pianta essenziale per gli apicoltori, in particolare, e per tutto l’eco sistema in generale. La fioritura molto tardiva, non rara ma anomala, e l’alto contenuto di polline dei suoi fiori dell’albero del miele costituiscono degli elementi da considerarsi indispensabili per la conduzione e salute delle api e di tutto l’apiario. La quantità di polline contenuto nel singolo fiore che forma l’intera inflorescenza è talmente elevata che le api se per riempire la sacca mellifica devono normalmente visitare 40/60 fiori di altre specie, con quelli dell’albero del miele ne bastano 3/4 e possono rientrare nelle arnie. Per fare un paragone se in un ettaro di robinia (Robinia pseudoacacia) le api riescono a produrre 6/800 kg di miele, in altrettanta superficie dell’albero del miele ne riescono a produrre 1.100/1.300. Nel periodo di riposo o di assenza di fioriture mellifere, l’apicoltore deve provvedere lui stesso all’alimentazione delle api nelle arnie ed il miele ricavato dal polline dei fiori dell’albero del miele, poco appetibile per l’uomo, risulta ottimo per le api. Le proprietà di questo miele sono notevoli e vanno ben oltre al semplice nutrimento. Studi in merito hanno appurato che le api, che durante il periodo invernale si sono nutrite di miele, ricavato dall’albero del miele sono risultate esenti da attacchi di nosemiasi, la tipica diarrea invernale le che porta alla morte pressoché certa. Gli studiosi hanno notato che la peste, sia italiana che americana, ha scarso attecchimento nelle famigli delle api. Lo stesso varroe, l’acaro parassita che attacca le larve, trova le larve stesse più resistenti. Appare dunque chiaro quanto per l’apicoltore l’albero del miele risulti importante sia per il miele prodotto in estate che risparmia, e può vendere, sia per il trattamento sanitario completamente biologico e gratuito che apporta all’arnia. Anche i semi oleosi che appaiono a fine autunno sono fonte molto importante di alimento! Difatti molti volatili gradiscono mangiarli assumendo nel contempo tutte le proprietà antibatteriche e antivirali in essi contenuti sebbene con minor effetto dovuto al peso superiore degli uccelli rispetto alle api. Come accennato nella descrizione della pianta, l’albero del miele pur avendo una crescita molto veloce da giovane è anche molto resistente, cosa questa che permette di usufruire del suo legno per due motivi. Il primo, meno importante, l’utilizzo dei giovani rami per utensileria (manici, ecc.) il secondo come legno per biomassa a fini energetici che, data la sua consistenza, è ad alta resa. Soluzione, quest’ultima, ideale anche per il rafforzamento di pendii instabili soggetti a frane e sfruttamento di zone incolte.

POTATURA E CURE COLTURALI

Molto semplici le potature: nei primi anni è consigliabile tagliare tutti i rami fino all’altezza di due metri, poi non sono più necessarie. E’ possibile eseguire nei periodi invernali tagli di contenimento a qualsiasi età. Se destinato ad un impianto perenne, l’albero del miele, per i primi anni richiede un tutore al fine di ottenere nel futuro un esemplare esteticamente valido. Non sono noti in Italia attacchi parassitarie e fungini all’’albero del miele.

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