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Lampone – Rubus Idaeus

Lungo le strade di campagna, nei boschi in collina e in montagna, nelle zone incolte, è facilissimo trovare sottili fusti sarmentosi, ricoperti di morbide spine che nei periodi estivi terminano con grappoli di piccole bacche rosse molto saporite: siamo di fronte al lampone selvatico.
Colpiti dal loro sapore, botanici e ibridatori dall’arbusto selvatico sono riusciti a selezionare eccezionali varietà con frutti molto più grandi e saporiti.
Originario dell’Europa continentale e dell’Asia Minore, il lampone, nelle sue diverse specie, è oggi diffuso in tutte le zone temperate del Continente; questo generoso arbusto sarmentoso a foglia caduca, perenne, resistente al freddo ci dona i suoi frutti senza richiedere molte attenzioni.
La pianta del lampone è formata da molti polloni biennali, lunghi anche due metri, quelli dell’anno sono eretti e semplici, quelli dell’anno precedente sono curvi, flessibili e ramificati, nascono dalle radici consentendo il rinnovo della pianta e la sua continua vigorosa espansione.

TERRENO

Preferisce luoghi freschi con terreni ricchi di materia organica, soffici, sub-acidi ph 6.00/6.50 con limite di tollerabilità 5.00/7.50, amano il sole, anche se sarebbe meglio che la parte bassa della pianta sia riparata dai raggi diretti.

FIORI E FRUTTI

Sulle cime dei rami compaiono tanti fiorellini bianchi, autoimpollinanti, riuniti in racemi (grappoli).
La fioritura è scalare e si protrae per quasi due mesi e darà luogo alla formazione dei gustosi frutti la cui maturazione è anch’essa molto dilazionata e si protrarrà per oltre un mese.
Contrariamente a quanto pensiamo, quello che cogliamo dalla pianta non è il vero frutto del lampone, bensì l’insieme dei piccoli frutti (drupe) che, aggregati fra loro, costituiscono quello che consideriamo il frutto: quest’insieme di drupe si chiama lampone.
Ci sono due ben precise varietà di lamponi: le unifere, che producono una sola volta all’anno a fine primavera principalmente sui rami dell’anno precedente, e le bifere, o rifiorenti, che producono anche loro a fine primavera sui rami dell’anno precedente, ma anche sui polloni dell’anno a fine estate.
In commercio esistono molte varietà di lamponi che si caratterizzano, oltre che per il periodo di fruttificazione, anche per la destinazione dei frutti che va dal consumo fresco, alla pasticceria, all’industria di trasformazione dolciaria (marmellate, gelatine, sciroppi, ecc.), alla surgelazione (cui si prestano molto).
Sono due anche i colori che i frutti possono avere: il classico color lamponepiù o meno intenso, con il classico sapore con un fondo acidulo, e color giallo ambrato, di pezzatura leggermente più piccola ma molto dolci e che non risentono della componente acidula.
La produzione per pianta di frutti del lampone non è molto elevata, 1.00/1.20 kg, ma considerando l’alta densità d’impianto, 10/14 piante per 10 metri quadrati, e l’elevata richiesta del mercato, la sua coltivazione è tra le più redditizie.
Si ricorda che i collaboratori dei vivai PRANDINI sono a disposizione per consigli su densità d’impianto, forma di allevamento, scelta colturale e assistenza anche fitosanitaria per nuovi impianti produttivi anche di modeste dimensioni.
Varietà di lampone coltivate dai Vivai Prandini

  • LAMPONE ROSSO – rifiorente e unifero Rosso
  • LAMPONE NERO – nero
  • LAMPONE GIALLO  – giallo
UTILIZZO E CONTENUTI SALUTISTICI

Anche il lampone, come tutti i frutti di bosco, ha notevoli proprietà nutrizionali: sono presenti gli antociani, la pectina, sali minerali,(magnesio, potassio, sodio, fosforo e calcio), vitamina C e K, quest’ultima molto importante anche per l’irrobustimento dell’apparato scheletrico e la coagulazione del sangue, e vitamina del gruppo B.
Molto importante la presenza di acido folico, la vitamina B9, sostanza che non viene prodotta dal nostro organismo, ma si assimila solo attraverso il cibo, ed è importantissima nelle donne in stato di gravidanza.
Per il suo contenuto di fruttosio, il frutto del lampone può essere consumato anche da soggetti diabetici, senza comunque  eccedere.

POTATURA E CURE NATURALI

Diversa è la potatura delle due tipologie di lampone.
Dalle varietà unifere, in inverno si asportano i tralci che hanno fruttificato e si diradano i polloni dell’anno cimando quelli che restano a 1.00/1.50 metri.
Le rifiorenti, o bifere, si possono tagliare a zero se si vuole sfruttare solo la produzione della tarda estate, che è la migliore, oppure si cimano e si diradano i polloni che hanno fruttificato.
Amanti di terreni ricchi e soffici, un’abbondante concimazione con stallatico ben maturo all’impianto è sufficiente per un migliore sviluppo della pianta.
La pacciamatura con foglie o simili contribuisce a tenere soffice il terreno ed evita, quasi totalmente, la crescita di malerbe.
Modeste le irrigazioni poiché, la pioggia normalmente apporta la quantità di acqua necessaria alla pianta, solo in prossimità della raccolta o in casi d’importante siccità, è opportuno intervenire.
Importante: mai irrigare a pioggia poiché l’acqua sui frutti favorisce la formazione di marciumi (Botrytis cinerea, muffa grigia).
Poche le malattie e i parassiti
: oltre alla muffa grigia raramente la ruggine, mentre tra i parassiti oltre alla Sesia può creare danno anche  l’Antonomo, piccolo insetto coriaceo nero, con testa minuta e addome molto pronunciato che rosicchia la base dei peduncoli floreali causando il disseccamento dei fiori.

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