Uva Spina – Ribes Grossularia
Presente in tutte le zone di collina e montagna dell’emisfero nord del nostro Continente, originario del nord Europa e delle regioni centro settentrionale dell’America del nord; appartiene alla famiglia delle ericaceae, che comprende più di cento generi e quasi 3500 specie, tra cui la nostra fragile erica ed il coriaceo corbezzolo, quest’ultimo con rilevanti affinità salutistiche con l’Uva Ursina.
Piccolo cespuglio a foglia caduca che difficilmente raggiunge un’altezza di 1.50 metri, con rami e branche ricoperte da robuste spine, l’Uva Spina è sicuramente la specie di piccoli frutti, o frutti di bosco, meno coltivata a livello intensivo, ma che troviamo facilmente nei piccoli frutteti domestici.
Pianta di origine euroasiatica, diffusa dall’Europa al Giappone e all’America, molto resistente al freddo invernale che è necessario per portare a maturazione i frutti, mal sopporta l’eccessiva calura estiva: è opportuno piantarla in posizioni semi-ombreggiate ovvero al riparo dal forte sole diretto in estate.
Caratteristiche dell’uva spina, che raramente compaiono tra gli altri piccoli frutti, sono l’apparato radicale molto superficiale che non consente operazioni di lavorazione meccanica, (anche col semplice badile occorre prestare molta attenzione) e la folta peluria che ricopre le foglie, in special modo sulla pagina inferiore.
TERRENO
Come quasi tutti i frutti di bosco, anche l’uva spina gradisce terreni subacidi con ph 6.0/6.5, ricchi di sostanza organica; mal si adatta in quelli di scarsa fertilità o troppo sabbiosi.
FIORI E FRUTTI
In primavera, in genere dopo il ribes nero e rosso, lungo i rami spinosi alla base delle foglie o delle spine, compaiono piccoli fiori solitari o riuniti in gruppi di 2/3 di solito violacei con tonalità non uniforme che daranno formazione da giugno ad agosto, secondo le varietà, a bacche della grandezza paragonabile a un chicco d’uva, di colore sfumato o bianco o verde o rosso.
I fiori sono sensibili ai forti venti e alle gelate tardive di più giorni; sono autoimpollinanti, comunque per una maggiore resa qualitativa e quantitativa è opportuna la vicinanza di diverse varietà per favorire l’impollinazione incrociata.
Ogni pianta produce 3/4 kg di frutti, molto meno rispetto alle varietà di ribes però, avendo una vegetazione più contenuta, è possibile interrare più piante per unità di superficie: per uno sviluppo ottimale se ne consigliano 4/6 per 10 metri quadrati.
Varietà di Uva spina coltivate dai vivai Prandini
- ROD – Rosso
- GUL – Bianca (resistente all’oidio)
- UVA SPINA VERDE
UTILIZZO E CONTENUTI SALUTISTICI
Con un contenuto zuccherino elevato, i frutti di tutte le varietà di uva spina, a completa maturazione sono molto dolci e non risentono della componente acidula che caratterizzano la maggior parte dei frutti di bosco.
Ottimi mangiati appena colti o in macedonie, ma, per l’elevato contenuto di acqua, non sono indicati per marmellate; anche loro si prestano al congelamento. Hanno un alto contenuto di antiossidanti, sono ricchi di vitamine, soprattutto A, B, e C, sali minerali e, in particolare, di pectine.
La pectina è un carboidrato indigeribile, utilissimo nella regolazione dell’intestino, riduce la concentrazione di colesterolo cattivo (LDL) e favorisce leggermente la formazione del colesterolo buono (HDL), imprigiona gli zuccheri a livello intestinale rallentandone l’assorbimento consentendo una maggiore stabilità dei livelli glicemici.
L’uva spina, sempre a parità di peso, è tra i frutti a più alto contenuto di pectina
POTATURA E CURE COLTURALI
L’uva spina ha molte caratteristiche vegetative in comune con il ribes, per cui le potature sono identiche.
In inverno è opportuno asportare i rami vecchi a favore dei nuovi che porteranno i fiori in primavera e per rendere meno folto il cespuglio, in estate si elimineranno i polloni basali avendo cura di lasciarne alcuni che andranno a sostituire quelli che si recideranno in inverno.
Uguale ai ribes, anche la concimazione: gradendo un terreno subacido, l’uva spina accetta l’apporto, nella stagione invernale, di stallatico ben maturo.
Diverse, invece, sono le innaffiature e le cure fitosanitarie. Avendo l’apparato radicale superficiale, le innaffiature vanno curate con attenzione anche quando la pianta sarà affrancata, specialmente dal periodo di fioritura al momento della raccolta, facendo molta attenzione ai ristagni, molto dannosi per l’uva spina.
Pur essendo piante robuste, quasi tutte le varietà, in special modo quelle a frutto rosso, sono soggette ad attacchi di oidio, fungo comunemente chiamato mal bianco.
Per combattere questo fungo è prassi comune trattare la pianta con zolfo: purtroppo per l’uva spina questo prodotto è fitotossico e causa la cascola delle foglie e ferma la vegetazione, per cui si devono eseguire trattamenti con antioidici specifici.
Altri funghi che possono colpire, ma molto raramente, sono quelli che provocano l’antracnosi e le ruggini.
Tra i fitofagi (parassiti), anche se gli attacchi non sono molto frequenti, si deve prestare particolare attenzione alla presenza della Sesia (synanthedon tipuliformis), insetto alato nero con tre sottili cerchi gialli sull’addome, che di per sé non crea problemi, ma la larva scava delle gallerie nei rami causando la morte della parte sovrastante all’attacco parassitario.
Altri insetti che potrebbero colpire l’uva spina sono i classici afidi (pidocchi) e acari (ragnetto rosso).
Si ricorda che i collaboratori dei vivai PRANDINI sono a disposizione per consigli su densità d’impianto, forma di allevamento, scelta colturale e assistenza anche fitosanitaria per nuovi impianti produttivi anche di modeste dimensioni.