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Alkekengi – Physalis Peruviana

L’Alkekengi è una solanacea che ebbe origine in un vasto areale che va dal Caucaso al Giappone. Le sue bacche, simili a piccoli pomodori dorati lievemente untuosi, sono nascoste nei calici floreali dalle belle foglie che ricordano la carta velina.

Generalmente viene coltivato appunto per le qualità estetiche, venduto come “lanterna cinese”. Come molte altre Solanacee, è un alimento ricco di vitamine e principi attivi interessanti: scopriamo quali.

TERRENO

L’alkekengi è una pianta rustica, di facile coltura. Predilige terreni soleggiati, argillosi, drenanti ed è necessario che ci sia un’innaffiatura moderata ma costante, soprattutto nei mesi estivi. È necessario irrigarlo due o tre volte alla settimana, ma come citato sopra, non deve esserci ristagno idrico, in quanto questo danneggia la pianta. L’alkekengi può essere coltivato ovunque, predilige un luogo ben illuminato ma non esposto direttamente ai raggi solari, protetto anche dal vento.

FIORI E FRUTTI

I fiori sono campanulati e hanno origine dall’ascella della foglie, posseggono un portamento reclinato e sono di forma stellata. Hanno una lunghezza di circa 2cm e sono di color bianco crema.

I frutti sono delle bacche di colore rosso acceso rotonde con un diametro di circa 1,5 cm, contenute in un calice di consistenza cartacea che ha una larghezza di circa 5cm, simile ad un cono. 

Le bacche sono l’unica parte della pianta commestibile; all’interno di esse sono contenuti semi di forma arrotondata e piatti, con un diametro di circa 2mm.

Tutte le parti verdi della pianta non sono commestibili, se ingerite possono provocare diversi disturbi gastrointestinali, giramenti di testa e nausee; le bacche sono commestibili solamente quando sono giunte a maturazione.

UTILIZZO E CONTENUTI SALUTISTICI

L’alkekengi è consumato fresco come un qualsiasi altro frutto ma è anche molto conosciuto nella sua forma essiccata. Si possono preparare salse e marmellate e una leccornia si ottiene se ricoperto di cioccolato.

L’alchechengi è molto decorativo infatti basta portare fuori rivoltando la bacca arancione e mantenendo la sottile buccia simile a carta di riso che riveste il frutto. La forma che ne risulta è molto suggestiva e può veramente essere un tocco elegante per impreziosire macedonie, dessert e dolci.

In fitoterapia si utilizza prevalentemente contro la ritenzione urinaria, in caso i nefriti, gotta e calcolosi di acido urico.

POTATURE E CURE COLTURALI

L’alkekengi, essendo una pianta perenne, va potata ad un’altezza di 10/15cm in autunno, coperta con delle foglie o della paglia per mantenere le radici al riparo dal gelo. In primavera, rivegeterà a partire da metà aprile con una rigogliosa crescita.

 

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